SPIRITO di VINO - Gennaio / Febbraio 2025

La verticale dei primi cinquant’anni di Ronchi di Castelluccio: tutte le premesse, e le promesse, di un grande avvenire

U na verticale elettrizzante, capace di proiettare una luce abbagliante sia sul presente sia sul futuro di Ron chi di Castelluccio. Un luminosissimo passato, dun que, e in riappropriazione, peraltro, dalla nuova pro prietà rappresentata dai virtuosi fratelli Rametta, e che serba sicure promesse per il futuro ora che i terreni e i vigneti (in particolare proprio del Sangiovese) così come le pratiche di cantina (col ritorno al legno piccolo) sono tutti in filologica ristrutturazione: così, dal 1982 ai giorni nostri alcune bottiglie, e un plauso in questo senso va anche al bellissimo restauro conservativo delle etichette provenienti in alcuni casi dal Corpus Aldrovandino conservato nella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, brillano particolarmente. Fa trasecolare, per esempio, Ronco dei Ciliegi 1982 col suo nomen omen di ciliegia acerba e caffè nero, e l’acidità croccante e ancora tesa, verticale e fin scalpitante. E poi Ronco Casone 1986, un mortaio di rosa rossa e pepe e un’anima silvestre che, col bel verde rorido, tanto parla di Modigliana e delle sue freschezze balsamiche mentre al palato s’attacca adesivo complice il tannino salato e saporito. La vigna di Ronco Casone, del resto, fu una di quelle follie degli anni

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