SPIRITO di VINO - Gennaio / Febbraio 2025

Alta fedeltà

A scoltare un produttore come Romano Dal Forno è una bella esperienza: un’icona del vino, un uomo che si è fatto da sé, e che nel momento di massimo successo ha deciso di lasciare le redini al figlio Marco. L’azienda agricola Dal Forno Romano, così recita l’esatta deno minazione, è stata fondata nel 1983 in Val d’Illasi, quando il vignaiolo veronese decise di lasciare la cantina sociale per dedicarsi alla produ zione in proprio, puntando sulla qualità senza compromessi. Tanti elementi facevano pensare a una strada quantomeno accidentata: non c’era una storia da raccontare e la zona dove si trovavano i vigneti non era quella classica. L’inizio dell’attività è di quelli da romanzo, con la vendita del vino porta a porta, quale impegno a tempo pieno per riuscire a inventarsi un lavoro. Perché Romano, in quel periodo, aveva perso l’occasione di diventare conducente di autobus in un concorso che metteva a disposizione solo tre posti e nel quale lui era arrivato ventisettesimo: quindi c’era da inventarsi un mestiere che gli desse da vivere. A ben vedere una fortuna, perché quella di Dal Forno è oggi un’azienda in cui si coltivano 34 ettari (18 di proprietà), da cui si producono circa 50mila bottiglie annue di Valpolicella Superiore e Amarone, oltre a una piccola quantità di vino passito, Vigna Seré, ma ciò accade raramente: in tutta la storia aziendale, solo sei volte. Una produzione in cui tutti i vini vantano un incredibile equilibrio e, malgrado il grado alcolico, quello che piace è proprio la beva, quella di un sorso pieno ma godibile, con acidità bilanciata, più ampio e sontuoso nell’Amarone, senza mai essere grossolano. La tradizione della famiglia Dal Forno si intreccia con l’incontro di Romano, ventiduenne, con Giuseppe «Bepi» Quintarelli, iconi co produttore veronese: non hanno mai collaborato, ma questo incontro segnò la svolta spingendo Romano verso una viticoltu ra orientata a ottenere il massimo risultato organolettico. Situata nella località Lodoletta, l’azienda beneficia del microcli ma della zona, caratterizzata da suoli alluvionali ricchi di fossili, perfetti per la coltivazione di uve pregiate. Il territorio è ben esposto al sole e ventilato, fattori cru ciali per l’appassimento delle uve, uno dei tratti distinti vi della viticoltura veronese. Dal Forno si distingue per un approccio artigianale e rigoroso, con rese basse (500 grammi per pianta) e impianti intensivi, fino a 13mila ceppi per ettaro. La filosofia aziendale è incentrata

sull’osservazione costante del vigneto come ecosi stema, e ciò include il monitoraggio della biodi versità del suolo e della salute delle piante, fino all’analisi entomologica per verificare l’efficacia dei trattamenti contro i patogeni. L’equilibrio naturale è mantenuto senza approcci standardizzati come il biologico o il biodinamico, ma attraverso un’at tenzione meticolosa ai parametri ecologici di ogni singolo vigneto, in modo da esaltare al meglio le peculiarità della Valpolicella. Le uve utilizzate sono Corvina, Corvinone, Croatina, Rondinella e Oseleta, e proprio quest’ultima segna una differenza con le altre cantine della zona, che Romano sceglie perché portatrice di struttura e concentrazione. Le annate escono in contemporanea, quello che le distingue è la durata dell’appassimento. Oggi l’azienda è guida ta da Marco Dal Forno, affiancato sempre dal padre Romano, e prosegue un percorso di costante inno vazione senza mai tradire le radici del territorio.

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