Investire - Febbraio 2024
IL GIRO DEL MONDO IN 30 GIORNI
ETIOPIA, L’ACCESSO AL MAR ROSSO INNESCA LA CRISI CON MOGADISCIO È destinato a innescare una grave cri si diplomatica tra Etiopia e Somalia il memorandum d’intesa, firmato a
gennaio, tra il governo federale etiope e le autorità dell’autoproclamata repubbli ca del Somaliland, per consentire ad Ad dis Abeba di ottenere la concessione del porto di Berbera, scalo strategico situato nel Golfo di Aden, collegato al Mar Rosso dallo stretto di Bab el Mandeb. L’accor do, siglato nella capitale etiope dal primo ministro Abiy Ahmed e dal leader del Somaliland, Muse Bihi Abdi , consentirà all’Etiopia di assicurarsi uno specchio di mare di 20 chilometri quadrati di acque costiere del Somaliland, e di accapar rarsi così un accesso diretto al mare che al Paese manca dal lontano 1993, anno dell’indipendenza dell’Eritrea. Secondo quanto dichiarato in conferenza stampa dal consigliere per la Sicurezza nazionale del premier Abiy Ahmed, Redwan Hus sien , in cambio alla concessione il Soma liland riceverà il riconoscimento ufficiale da parte del governo etiope, oltre a una partecipazione nella compagnia statale Ethiopian Airlines. L’accordo, come pre vedibile, ha suscitato l’indignazione da parte della vicina Somalia, il cui governo lo ha respinto bollandolo come “illegitti
mo”, dal momento che “mette in perico lo la stabilità e la pace nella regione”, e come prima mossa ha immediatamen te richiamato l’ambasciatore ad Addis Abeba. “Si tratta di una violazione e di un’aperta interferenza con la sovranità, la libertà e l’unità della Somalia. Il cosid detto memorandum d’intesa e accordo di cooperazione è nullo e non valido”, si leg ge in una dura dichiarazione diffusa dal governo al termine di una riunione d’e mergenza presieduta dal primo ministro Hamza Abdi Barre . Anche il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha denunciato l’accordo. In un discorso pronunciato in parlamento Mohamud ha quindi esortato il popolo somalo a restare unito contro le interferenze straniere e a difendere la propria unità nazionale.
GERMANIA, SCATOLE DI SALSA CINESE MADE IN ITALY
Pomodori in scatola venduti in Germania come italiani, ma che in realtà sono coltivati in Cina. È quanto
ha riferito il mese scorso il quotidiano tedesco Bild, aggiungendo che il Paese del Dragone è il principale
produttore su scala globale di questa verdura, che è in assoluto “la più amata dai tedeschi” con un consumo pro capite che, nel 2021-2022, ha raggiunto ben 30,5 chilogrammi. Tuttavia, una “gran parte” dei pomodori cinesi viene esportata in Italia per essere trasformata in conserva, mentre il prodotto viene successivamente venduto
in Germania con la dicitura “pomodori in scatola
italiani”. L’Associazione federale delle centrali dei consumatori tedesca ha ovviamente criticato questa mancanza di trasparenza e ha quindi chiesto che l’intera catena di produzione sia riportata sulle etichette dei pomodori in scatola esportati dall’Italia.
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