Investire - Febbraio 2024
IL SISMOGRAFO
QUEL VORTICE DI MEDIE POTENZE CHE STA DISGREGANDO GLI ASSETTI MONDIALI
I l mondo è in un vortice che non accenna a fermarsi. E il titolo del mio nuovo libro è, non a caso, “Verso la fine del mondo”. Suona apo calittico ma senza dubbio un mondo – se non “il” mondo – è già finito. Il mondo policentrico di cui si vagheggia è una follia, non può essere, l’esperimento non riuscirà. Gli eventi sanguinosi che stanno susseguendosi sono la prova provata delle vecchie teorie realiste delle relazioni internazionali. Ma facciamo una premessa: se oggi non si capisce più nulla di relazioni internazionali è perché si è adot tato in maniera insensata questo termine “geopoliti ca”, che uno studioso serio non adotterebbe mai. Come si può sostenere che le relazioni internazionali - per definire le quali l’equilibrio e lo scontro hanno un peso enorme – e ora che disponiamo di risorse mi litari supersoniche abbiamo ancora nella geografia una dimensione decisiva? Sarebbe come dire che la Turchia avendo il controllo dello Stretto, dovrebbe detenere un potere immenso, mentre sappiamo che le ha attirato soltanto un sacco di guerre acceleran do la distruzione dell’impero ottomano. Oggi ricircola un’altra teoria improbabile, quella dell’equilibro di potenza – da tutti ricercato nel 600 e nel 700 con esiti alterni - soprattutto perché appena la Gran Bretagna vedeva che nel continente nasce va una potenza più forte di lei faceva in modo che si costruissero alleanze per bilanciarla. Dopo la Secon da Guerra Mondiale si è sviluppata invece la teoria che Paul Kennedy ha distillato nel suo famoso sag gio “Ascesa e declino delle grandi potenze” , in cui si dimostra che il mondo può essere dominato da una sola potenza o al massimo da due che si bilanciano l’una con l’altra. La teoria era stata messa in discussione quando Stalin aveva vinto la Seconda Guerra mondiale ar rivando per primo a Berlino con l’Armata Rossa. E dunque gli americani hanno dominato su Tokio e sul Pacifico sostituendosi agli inglesi ed hanno contenu to in Europa i russi. Ma il mondo era dominato dai due blocchi e dopo dai soli Usa. Poi è capitato qualcosa di nuovo, che ha sconvolto tutto questo. Dopo il crollo dell’Urss avrebbe dovu
to affermarsi soltanto la potenza americana mentre sono nate paradossalmente potenze medie che hanno acquisito un peso enorme. Cosa sono i Brics, ad esempio, se non un modo di coltivare l’utopia del non-allineati? E come mai le medie potenze sono di ventate così importanti? È evidente che un‘unica potenza fa molta fatica a dominare il mondo: tanto più quando nasce, come sta nascendo, una potenza alternativa come la Cina. Se non si può parlare di duopolio, manca però l’e quilibrio e, al suo posto, c’è un continuo scontro. E c’è la paura continua della trappola di Tucidide , cioè che la Cina possa osare di sfidare in guerra gli Usa, e magari vincere. In questa situazione di continua oscillazione decisionale il ruolo delle piccole e medie potenze è immenso. E le tecnologie digitali hanno un’influenza enorme sulle nuove armi, consentendo incisività anche a organizzazioni non strutturate, non statuali, terroristiche o private come la brigata Wa gner o gli stessi Houti. Colpisce che un drone d’at tacco degli Houti costi 1000 volte meno del missile che viene lanciato per intercettarlo! Dunque oggi il mondo non è bipolare ma non rie sce più a essere pienamente unipolare, e soprat tutto deve fare i conti con questa proliferazione di piccole medie potenze . E queste potenze medie utilizzano i nazionalismi terroristici per generare guer re locali in funzione dei loro interessi. Per esempio, in questo contesto la Russia finanziava i nazionalisti serbi; oggi l’Iran e la Cina hanno favorito il pogrom di Hamas contro gli ebrei. Di qui, una situazione di disgregazione assoluta. E’ una situazione che non può che portare il mondo verso la disgregazione, in
Giulio Sapelli
È ordinario di Storia Economica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Universi tà degli Studi di Milano e consigliere anziano della Fondazione Enrico Mattei
Nella foto Paul Kennedy, autore del saggio “Ascesa e declino delle grandi potenze”
cui il pericolo di incidenti anche nucle ari crescerà sempre di più. Abbiamo potenze nucleari influenzate dai grup pi terroristici…come il Pakistan da al Qaeda… È molto facile, in quadri del genere, creare un terrore diffuso di cui possono usufruire leader politici spregiudicati, come Donald Trump o i capi di Afd. Un terrore diffusi che spiega molto sull’ascesa di populismi e demagogismi.
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febbraio 2024
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