Investire - Febbraio 2024

COSMOPOLITICA

IL MAR ROSSO BAGNA L’ITALIA RISCHIO INFLAZIONE E MENO PIL

L’ intensificazione degli attacchi perpe trati dalle milizie Houthi nel Mar Rosso, iniziati lo scorso novembre contro navi mercantili, petroliere e portacontainer nella zona dello stretto di Bab el-Man deb , ha introdotto nuovi elementi di incertezza nel panorama del commercio internazionale e potreb be avere impatti notevoli sull’economia globale, specialmente per l’Unione Europea. Le aggressioni nel Mar Rosso hanno causato una significativa diminuzione nel volume del transito na vale lungo una rotta cruciale che rappresenta circa il 33% del traffico marittimo globale. Con un calo del 35% nel canale di Suez, diversi vettori, tra cui le principali compagnie di logistica navale (Maersk, MSC, ecc.) e quelle di trasporto gasiero (QatarE nergy) sono state costrette a rallentare o allungare i loro viaggi circumnavigando l’Africa. L’aumento delle tariffe assicurative per i container in transito nel Mar Rosso e l’innalzamento dei co sti causato dalla decisione di doppiare il Capo di Buona Speranza, potrebbe innescare un incremen to dell’inflazione nell’Unione Europea di almeno un punto percentuale. Questo scenario potrebbe influenzare le decisio ni della Banca centrale europea, spingendola a considerare l’opzione di mantenere i tassi di in teresse stabili per un periodo più lungo del pre visto, se non addirittura ad aumentarli per miti gare i rischi inflazionistici . In tal senso, il Consiglio direttivo ha deciso, il 25 gennaio, di mantenere in variati i tre tassi di interesse di riferimento della Bce.

In questo quadro, la decisione di mantenere i tassi di interesse perlomeno invariati e la ferrea volontà della presidente Christine Lagarde di raggiungere e stabilizzare l’inflazione europea sull’obiettivo stori co del medio termine di 2 punti percentuali, obbliga ad una rivalutazione delle prospettive di crescita per l’Unione Europea, precedentemente stimate all’1,2%. Tali valutazioni con molta probabilità po trebbero essere riviste al ribasso, con possibili im patti anche sulle previsioni di crescita degli Stati Uniti, che si attesta tuttora all’1,4%. In questo contesto, l’Italia rischia, insieme ai Paesi marittimi del Mar Mediterraneo, di vedere una fetta importante della propria economia, cioè il traffico marittimo, subire una forte diminuzione dei propri volumi. La serie di attacchi nel Mar Rosso, oltre al cambio momentaneo di percorso, potrebbe spin gere le compagnie di navigazione a riconsiderare le rotte tradizionali attraverso il Mediterraneo, optando invece per i porti del Nord-Europa. L’orientamento verso i porti settentrionali potrebbe comportare un aumento dell’attività portuale in luoghi come Rotter dam e Amburgo, mentre i porti del Mediterraneo, e quindi quelli italiani, potrebbero sperimentare una riduzione del traffico. Porti come Trieste, Venezia, Genova, Napoli, Ancona, Civitavecchia e Gioia Tau ro hanno già registrato delle flessioni verso il basso dei traffici, con picchi che hanno superato il meno 20% negli ultimi giorni del 2023 e nella prima metà del mese di gennaio. Seppure nell’ultimo periodo possa presentarsi un’inversione di tendenza, se essa non verrà con fermata e mantenuta nel breve termine potrebbe condurre a forti instabilità nell’economia del Paese. Nonostante il flusso marittimo pare in via di stabi lizzazione, almeno nel breve termine, il prezzo per il trasporto di un tipico container da 40 piedi, che parte da Shangai e ha come punto di approdo il porto di Genova, ha visto il proprio prezzo lievitare di quasi quattro volte e mezzo rispetto ai valori pre cedenti dei ripetuti attacchi dell’Houthi. Situazione confermata seppur in maniera minore anche dai prezzi dei container diretti a Los Angeles che sono “solamente” raddoppiati.

Andrea Margelletti

Presidente del Centro Studi Internazionali, docente presso la facoltà di Scienze delle Investigazioni e della Sicurezza dell’U niversità di Perugia e Narni. Unico membro onorario delle Forze Speciali Italiane

Nella foto la fregata italiana Fasan

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