Investire - Febbraio 2024

QUI NEW YORK

A lle primarie del New Hampshire, a fine gennaio scorso, Donald Tru mp ha vinto ai punti, 11.5 di distac co su Nikki Haley , ma non è stato il colpo del KO in cui sperava. Infatti la ex governatrice (per 8 anni) della Carolina del Sud ha dichiarato che continuerà a correre per ché “la gara è solo agli inizi”. Dopo il successo di Trump per oltre 30 punti nel caucus in Iowa di metà gennaio, comunque, se c’erano residue speranze per la Haley di “inverti re il momentum” nello stato del New England il 23 gennaio, queste si sono dissolte. Il New Hampshi re, dove Trump aveva perso il voto presidenziale nel 2016 contro Hillary Clinton e nel 2020 contro Joe Biden, si presentava come il più favorevole per la candidata di origini indiane, e sola donna nel lotto dei contendenti del suo partito. Gli Indi pendenti e i non dichiarati (Democratici che han no cambiato la registrazione al voto entro ottobre) sono stati il 13% di chi ha votato, e di costoro alla Haley è andato il 60%, contro il 33% a Trump. Non aver vinto, e anzi aver perso con un margi ne a due cifre in uno Stato il cui governatore, il repubblicano Chris Sununu , era sceso in cam po apertamente per sostenerla, e dove la legge locale consentiva, come si è visto, anche ai non Repubblicani di votare per la primaria del Gop, suona come una sentenza definitiva. Anche per ché il futuro appare segnato dalle prossime sca denze. Il terzo appuntamento, il caucus in Neva da dell’8 febbraio organizzato ufficialmente dal Gop, assegna a Donald il 100% dei grandi elet tori repubblicani per il semplice motivo che sulla scheda c’è solo il suo nome. Nikki ha deciso di partecipare soltanto alle primarie, una novità in Nevada decisa dal parlamento statale per volere della maggioranza Democratica, ma questo voto è di nessun valore. Il 24 febbraio ci sono le prossime primarie re pubblicane che contano, in Sud Carolina. I due senatori Tim Scott e Lindsey Graham e il gover natore Henry McMaster sono repubblicani che hanno dato l’endorsement a Trump, e i sondaggi per il suo profilo politico. E, avendo 52 anni, arric chire il suo capitale di notorietà nazionale signifi LA CAPARBIETÀ DELLA HALEY NON BASTA PER BATTERE TRUMP Nelle primarie “del Gop” gli elettori si riconoscono in Donald su politica estera, lavoro e immigrazione danno a quest’ultimo un vantaggio di 30 punti sul la Haley. Ovvio che una sconfitta nel suo stesso Stato, tanto più se cocente come è più che proba bile, sarebbe una severa umiliazione. Inoltre, non darebbe di sicuro alcun entusiasmo ai milioni di Repubblicani che devono ancora votare altrove, e che non vogliono la nomination di Trump. Nella decina di Stati in cui sono programmate le pri marie dopo la Carolina del Sud, infatti, i sondag gi danno oggi, più o meno ovunque, un Trump vincente con margini attorno ai 30 punti, come in Iowa. Perché la Haley, dunque, insiste e non accetta il “consiglio” della presidente del CNR (Comi tato Nazionale Repubblicano), Ronna McDa niel, a “riflettere sul voto in New Hampshire”? È un modo elegante di invitarla a ritirarsi, il che raggiungerebbe due obiettivi: il primo di dare un’immagine di unità del partito, il secondo di evitare di spendere risorse in una lotta fratricida tra Nikki e Donald, conservando milioni di dollari da destinare alla campagna di novembre contro Biden, e per sostenere le altre centinaia di sfide dei Repubblicani in lizza per le elezioni congres suali. A novembre dovrà essere difesa la esigua maggioranza alla Camera e, nelle speranze del CNR, conquistata la maggioranza al Senato: oggi ci sono 51 senatori Democratici e 49 senatori del Gop, ma con un calendario favorevole ai Repub blicani nel rinnovo di un terzo dei 100 seggi. La Haley fa altri ragionamenti. È arrivata alla “corsa a due”, che era la condizione minima per sperare nella vittoria, e sa che le primarie a venire e l’attenzione dei media saranno un ricostituente

Glauco Maggi

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febbraio 2024

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